In queste settimane intense di programmazione e di inizio stagione, tra il lancio della nuova Academy e Wonderland Festival, IDRA è stata nuovamente confermata come spazio di Residenza Artisti nei Territori da Regione Lombardia.
Per noi le residenze artistiche non sono un semplice dispositivo organizzativo, ma una pratica di ascolto e relazione, un’azione culturale che mette al centro la cura dell’artista, del suo processo creativo e del contesto che lo accoglie. Si configurano come un ecosistema che collega artisti e artiste e pubblico, comunità e istituzioni, operatori e operatrici culturali e nuovi pubblici. In un tempo complesso come quello che viviamo, le residenze sono luoghi di creazione poetica e civile, dove coltivare la possibilità di pensare, creare e anche fallire, e strumenti capaci di radicare l’arte nella società garantendole la necessaria libertà.
Il nostro progetto si fonda sulla qualità e sulla pluralità dell’offerta artistica: vogliamo creare uno spazio per la ricerca, dove valorizzare la diversità dei linguaggi e delle poetiche. Accogliamo artisti e artiste provenienti da tutta Italia e dall’estero, con percorsi differenti – emergenti, a metà carriera o con traiettorie ibride tra teatro, danza, performance e installazione – cercando sempre un equilibrio tra generi, territori, generazioni e appartenenze culturali. Le residenze diventano così momenti di indagine, avanzamento creativo, confronto con il pubblico o rifinitura finale, a seconda delle necessità di ogni progetto.
Dentro questa cornice, il tutoraggio è un elemento essenziale. I professionisti coinvolti come tutor, in base alle competenze artistiche e curatoriali e per la loro attitudine ad accompagnare percorsi non convenzionali, instaurano un dialogo costante con artisti e artiste, offrendo osservazioni, orientamento, mediazione con il territorio e, quando richiesto, un sostegno mirato agli sviluppi futuri. Non rappresentano un’autorità, ma una presenza capace di tenere insieme ascolto, sguardo critico e cura del processo.
La residenza non è un tempo chiuso, ma un’occasione di dialogo con il territorio. Per questo, sempre nel rispetto dei tempi di sviluppo del progetto, attiviamo momenti di incontro con le comunità locali – prove aperte, conversazioni, laboratori – grazie a una rete capillare composta da scuole, biblioteche, centri civici, enti sociali, musei e associazioni con cui collaboriamo da anni. Ogni apertura nasce dal processo stesso: sono artisti e artiste, insieme alla persona tutor e al nostro team, a decidere le modalità di condivisione del proprio lavoro. L’obiettivo non è infatti “spettacolarizzare” la residenza, ma renderla permeabile e leggibile, affinché ciò che accade in teatro possa risuonare anche fuori dal teatro.
La selezione delle compagnie in residenza avviene attraverso un mix di strumenti che garantiscono apertura e qualità: call pubbliche, inviti mirati e selezioni curate in collaborazione con partner nazionali e internazionali. Sono previste inoltre forme di selezione condivisa con teatri, festival e università, per facilitare la futura circuitazione dei progetti nati in residenza, come accade con Progetto CURA. La scelta finale non considera soltanto il risultato estetico, ma anche la forza dell’idea, la motivazione, il potenziale di crescita, l’originalità del linguaggio e i bisogni del contesto di sviluppo.
La conferma della residenza per il prossimo triennio 2025–2027 è per noi una rinnovata opportunità per consolidare e approfondire il nostro impegno come presidio culturale attivo, aperto e responsabile.







