Riportiamo di seguito l’intervento a nome di C.Re.S.Co. del nostro Direttore Artistico Davide D’Antonio, in occasione dell’incontro nazionale delle residenze a Perugia.
“Immaginiamoci nel 2050, dopo aver avuto a disposizione 25 anni per realizzare le migliori residenze possibili.
Abbiamo centrato l’obiettivo al punto che il lavoro della residenza si è dissoluto in un sistema di pensiero condiviso. Gli artisti sono interconnessi con le popolazioni che assistono a spettacoli di ogni genere in maniera fluida ed organica. La qualità artistica della produzione italiana è indiscutibilmente elevata. La comunità artistica si nutre con mutuo scambio dei processi dell’altrove terracqueo – è così che nel 2050 abbiamo tradotto “internazionale”.
Il sapere culturale è condiviso con tutti ed è ritenuto necessario per il benessere della comunità intera.
Lavoriamo oggi con l’idea che lo spazio è qui ma anche altrove, grazie ai sistemi digitali che ci permettono di dialogare in maniera efficace con tutta la popol-Azione (la chiamiamo così perché siamo convinti che il pubblico sia parte attiva integrante dei processi di creazione, motore insieme agli artisti e agli operatori, di un cambiamento continuo che noi tutti viviamo eticamente). Il nostro spazio interconnette la fisicità di un luogo piacevole da attraversare e la virtualità delle interazioni con mondi diversi garantendo accessibilità e inclusione. Le dimensioni spaziali prendono le forme del mutamento. La popol-Azione fluisce liberamente in maniere continua ed autonoma. Gli artisti, sentendosi in una condizione di agio, fisico, psichico ed economico hanno capito che le residenze sono un luogo in cui la loro crescita è commisurata a quella di tutti coloro che sono intorno a loro. La loro creazione, ricerca, indagine, elaborazione, il loro sapere vengono archiviati in un grande database pienamente accessibile da tutti.
Come ci siamo arrivati?
Dopo aver appreso nel 2020 a Gorizia che le residenze sono antifragili, in trent’anni abbiamo finalmente compreso che questa caratteristica è un valore. Questo ci ha dato la possibilità di creare luoghi e spazi fluidi, flessibili, dinamici sia nelle azioni che nel pensiero.
Abbiamo analizzato assieme a tutti gli stakeholders pubblici e privati del progetto qual è il valore e quale il punto di sostenibilità delle residenze; questo ha spontaneamente condotto a un ponderato aumento dei finanziamenti, commisurati a risultati progettuali condivisi.
Le Istituzioni che oggi attenzionano il Sistema delle Residenze sono molteplici e afferiscono a diversi ambiti: scientifico, culturale, sociale, sanitario, tecnologico; sono nate nuove alleanze fondate sulla conoscenza reciproca e sul rispetto delle differenze dei soggetti coinvolti. Le Residenze si sono rivelate preziose facilitatrici di relazioni e hanno percorso la via lenta della sapienza, che sale dal basso verso l’alto, mutuando in definitiva il processo che ha portato alla nascita delle Residenze stesse.
Un ruolo sostanziale lo ha avuto il monitoraggio, che nel 20250 non rimanda più all’immaginario punitivo del controllo e del rendere conto, ma è un ingrediente generativo atto a rendere evidente il sodalizio profondo (è così che nel 2050 traduciamo di “grande impatto”) che esiste tra la residenza e la comunità. Quando questo è stato chiaro, le Istituzioni statali, regionali e locali hanno naturalmente investito sul rafforzamento e l’ampliamento del Sistema delle Residenze, puntando al rafforzamento e allo sviluppo dei propri territori.
Abbiamo investito molto sulla trasmissione di nuove competenze, necessarie per strutturare e organizzare le nuove residenze, ormai soggetti in continuo mutamento che allenano il contesto a un pensiero fluido, inteso come occasione di crescita.
Abbiamo scardinato l’idea di spazio, immaginando luoghi ibridi, capaci di rispondere a necessità diverse, equamente distribuiti in tutta Italia, la cui programmazione cross-disciplinare attrae anche le nuove generazioni di spettatori.
E infine la narrazione, prezioso motore del grande processo evolutivo che le Residenze hanno messo in atto degli ultimi 25 anni. Pare che la molla sia stata, nel lontano settembre 2024, un incontro nazionale a Perugia in cui erano presenti artisti, curatori, referenti del Ministero e delle Regioni, facilitatori, osservatori. Da lì ha preso il via una narrazione organica delle residenze che ha saputo interagire a livello istituzionale con tutti gli stakeholders in maniera dinamica e non egoriferita, da un lato puntando sui supporti digitali e sugli strumenti di comunicazione online, dall’altro avendo cura di mettere al centro le persone e rendendo tutti gli interlocutori (Pubblici e Privati) e tutte le comunità non destinatari ma autori della narrazione.
È il 2050. Le Residenze stanno bene. L’Italia sta bene, probabilmente anche grazie alle Residenze.”